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L' URBANISTICA NEL PALEOVENETO
Dice Tito Livio in Ab Urbe Condita.
Vero o no che sia, prima di allora non c’era proprio bisogno di programmazione del territorio per quei pochi resistenti gruppi di individui la cui sopravvivenza, se riferita alla contemporaneità, è stata solo per fortuna.
Una riflessione veramente concentrata per dire che per l’uomo, come per moltri altri generi, la sopravvivenza è legata alla formazione di una comunità.
Gli stessi agglomerati primitivi mi ricordano spesso l’origine della vita ed in ogni ritrovamento, in ogni rappresentazione, vedo protocellule in cui si stanno costituendo memorie bio-familiari legate tra loro da gli spazi di relazione protetti tramite i quali sia possibile ogni forma di relazione ed interscambio.
Concordia sagittaria prima della romanizzazione Villaggio di casoni presso Bocca Volta
Sezione di casone veneto
Con un po di fantasia possiamo allora ritenere che con Antenore inizi l’evo moderno della nostra terra.
Con l’età del ferro poi, si formano i primi nuclei abitativi destinati a diventare poi importanti centri: Este, Padova, Treviso, Vicenza, Altino, Oderzo.
X Legio Imperiale
La romanizzazione delle terre di nord est avvia l’opera di trasformazione del territorio intesa come riorganizzazione dello spazio al fine di un razionale sfruttamento agricolo. Vaste aree sono rigenerate mixando tra loro geometrie di cardi e decumani orientati con logiche oro-metafisiche e le capacità tecnico-operative del tempo.
insula Domus Villa
La centuria di circa 5000 m2 era composta di due jugeri che a sua volta rappresenta l’unità di lavoro che poteva essere arata in un giorno da una coppia di buoi.
La ristrutturazione del territorio ad opera degli agrimensori imperiali che hanno bonificato e collegato con strade percorribili le vaste aree agricole diffusamente abitate, potrebbe aver contribuito alla formazione della gente veneta, laboriosa, orgogliosa e competitiva.
X Legio Centuriazioni
Gente che, ha successivamente trovato ragioni per resistere alle presenze di opressori del calibro di Odoacre, Teodorico, di bizantini e longobardi
Alto medio evo
L’impronta sostenibile alle ragioni umane sul territorio, si conclude con i mille anni di storia della Repubblica di Venezia
Territori di Venezia 1510
Venezia 1500 Jacopo De Barbari
Gli ultimi due secoli sono contrassegnati dal progressivo e necessario spostamento di ogni forma di controllo e potere nella mani dei cittadini, i quali, con la ragione fornita loro dagli strumenti di rappresentanza, hanno codificato un imponente impalcato legislativo in perpetua modificazione.
Sembra, ma è solo un idea, che la ratio delle norme in materia, a volte tutela interessi diversi a scapito da quelli specifici e detta impressione trae origine proprio dalla eccessiva complessità anche giuridica degli articolati che risultano, forse a causa delle modalità di stesura, difficilmente leggibili senza l’ausilio di specialisti.
L’urbanistica e l’edilizia, parlando del mio vissuto degli ultimi trentanni di professione, sono divenute un groviglio surreale di norme, regolamenti, codicilli e rimandi.
Delegare la gestione della materia alle regioni, province e comuni e giù dicendo fino all’ultimo regolamento, ha generato un mostro normativo.
Ma è solo un mio pensiero.
Arch. Rolando Battaiotto
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